A ROMA, LA STORIA DELLA MEDICINA A POCHI PASSI DA CASTEL SANT’ANGELO
Tra le numerose attività di promozione della cultura svolte dalla Fondazione Francesco Raponi, un posto di rilievo occupa il progetto di digitalizzazione delle opere, dei documenti e degli antichi strumenti medici custoditi nel Museo Nazionale di Storia dell’Arte Sanitaria, che si trova a Roma nel complesso ospedaliero di Santo Spirito, sul Lungotevere in Sassia, a pochi passi da Castel Sant’Angelo e dal Vaticano.
Lo scopo è anche quello di permettere all’utente un visita virtuale nel Museo, e in particolare nella SALE ALESSANDRINA, FLAJANI, CAPPARONI, CARBONELLI, nella FARMACIA e nel LABORATORIO ALCHEMICO.
L’Ospedale Santo Spirito in Sassia è il più antico ospedale d’Europa. Nasce nel 727 come edificio destinato all’alloggio, assistenza e cura dei pellegrini che giungevano a Roma per visitare la tomba di Pietro. Nel 1198 ad opera di Papa Innocenzo III è stato riedificato e adibito ad ospedale.
Il Museo nasce su idea del generale Borgatti, dei professori Capparoni e Carbonelli organizzatori della mostra avente per tema “Le Arti Sanitarie” allestita in occasione dell’Esposizione Internazionale del 1911 indetta per il 50°anniversario dell’unità d’Italia a Roma che si tenne in Castel S. Angelo. Essi vollero rendere permanente il significato della rassegna proponendo la storia quale presupposto per documentare l’evoluzione nei tempi dell’arte di curare dei medici, dei chirurghi, degli alchimisti, degli speziali poi divenuti farmacisti.
Il Pio Istituto S. Spirito fornì la sede del Museo che sotto l’egida dell’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria fu inaugurato nel 1933. Insieme all’esposizione di vario strumentario chirurgico, materiale iconografico didattico, preparati anatomo-patologici, vasi e vetri artistici di spezieria, sono ricostruiti una farmacia del XVII secolo ed un laboratorio alchimistico. L’allestimento è rimasto pressoché immutato nel corso degli anni; l’insieme delle raccolte è cristallizzato nell’impianto museografico secondo le concezioni degli anni ’30 mantenendo ancora oggi l’aspetto di una raccolta di collezioni personali concesse in donazione. La valenza storica di questo museo si fonda sulla potente forza evocativa che suscita nell’immaginazione l’oggettistica esposta nella quale con gli ambienti ricostruiti nelle loro fatture, forme e scopo originali, si ravvisa un interessante aspetto estetico.
Il Museo è distribuito tra nove ampi locali il più grande dei quali è la sala Alessandrina adibita a sala convegni, al piano superiore ci sono la Sala Flaiani con i reperti recuperati dell’antico museo del Santo Spirito, la sala Capparoni, la Sala Carbonelli, la ricostruzione della farmacia del XVII sec e del Laboratorio alchemico. Nell’excursus che segue vengono segnalati i principali contenuti esposti.
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