SALA ALESSANDRINA 

Così chiamata perché costruita tra il 1665-67 dal papa Alessandro VII Chigi per essere adibita al ricovero dei feriti, e denominata “Ospedaletto per feriti”. Alle sue pareti laterali e a quelle delle prime rampe dello scalone si ammirano opere a stampa colorate a mano, eseguite da Antonio Serantony all’inizio dell’800 sotto la guida scientifica di Paolo Mascagni (1752-1815) famoso anatomista.

Sulla parete di sinistra sono appesi dei dipinti ad olio di ignoto del sec XVII appartenenti a Guglielmo Riva (1627-1677), celebre anatomico e chirurgo dell’ospedale romano della Consolazione. Rappresentano il sistema linfatico, il cervello, il fegato ed una donna.

È stata costruita tra il 1665-67 dal papa Alessandro VII Chigi. Sulla parete sinistra, in alto, si ammira lo stemma di Pio IX con una lapide in marmo (1896). Sotto è sistemato un grande mortaio in marmo ai cui lati si trovano due enormi angeli. Sulla parete accanto, un’altra lapide ricorda il restauro del 1797, quando ricopriva la carica di Precettore (massima carica dell’ospedale) mons. Giovanni Castiglioni. Sotto gli archi e a terra sono sistemati alcuni stemmi in travertino provenienti dall’Ospedale Santo Spirito, riconoscibili dallo stemma con la doppia croce.

Percorrendo il portico a destra, dietro l’angolo, è murato il monumento eretto nel 1902 in ricordo del giovane medico Enrico Biondi, ucciso da un malato di mente (Stemmi visibili nel portico). Alle sue pareti si ammirano le tavole anatomiche di Paolo Mascagni (1752-1815) sono dei quadri dipinti a mano di cui hanno un particolare interesse storico le raffigurazioni del sistema linfatico. Mascagni lo troviamo professore all’Università di Siena e successivamente lettore di anatomia nell’Ospedale S.M. Nuova di Firenze.

Sono presenti, sempre appesi alle pareti, dei dipinti ad olio appartenenti a Guglielmo Riva (1627-1677), celebre anatomico e chirurgo dell’ospedale romano della Consolazione, rappresentano, uno il sistema chilifero, gli altri due, uno “l’esaltazione del fegato ed un altro del cervello”. Sulle rampe dello scalone si osservano alcuni busti di sanitari tra i quali emerge quello di Ippocrate.

Sui lati dell’ingresso, attraverso il quale si accede alla sala Flaiani, si notano due grandi medaglioni uno di Pio VI e l’altro del Cardinal F.S. De Zelada, Segretario di Stato di Pio VI. Al centro della parete che sorregge lo scalone, sotto il busto di Ippocrate, spicca lo stemma dell’Accademia e subito sotto una lapide in bronzo che ricorda tutti i medici caduti nell’adempimento del loro dovere con davanti in gran vista una statua di Esculapio.

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